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Udine. A Palmanova apre la mostra dedicata a “L’Icona Russa e la Nuova Arte”

L'esposizione, composta da lavori risalenti al periodo storico compreso tra il '600 e il '700, è  impreziosita da un'opera di Vladimir Tatlin "Composizione con superfici trasparenti"(1916), mai esposta finora, e da una scultura contemporanea in ferro e acciaio "Madre di Dio Grande Panagia" di Dmitrij Gutov (2012) UDINE - Il 18 dicembre è stata inaugurata, alla Polveriera Napoleonica di Contrada Garzoni a Palmanova, la mostra “L’Icona Russa e la Nuova Arte”, che resterà visitabile fino al 4 febbraio 2018.  "Una mostra di alto valore artistico, che dimostra ancora una volta la grande capacità del Friuli Venezia Giulia di attrarre eventi di importante spessore, grazie alla collaborazione tra le amministrazioni locali e la Fondazione Aquileia". Con queste parole la presidente della Regione Debora Serracchiani ha inaugurato l’esposizione, già ospitata a Roma, nella sede di Palazzo Braschi, in occasione dei 25 anni delle relazioni diplomatiche tra la Federazione Russa e l’Ordine di Malta. La rassegna si presenta ora a Palmanova come seconda e ultima tappa in Italia ed evento speciale per celebrare l’ingresso della Città fortezza di Palmanova nel Patrimonio Mondiale UNESCO, avvenuta nel luglio scorso. Al taglio del nastro erano presenti anche il direttore del museo privato dell'icona russa Nikolai Zadorozhnyi e la conservatrice del museo d'arte Andrey Rublev, dai quali provengono le 36 icone ospitate nella sede espositiva. Le icone esposte si collocano tra la fine del Seicento e la fine del Settecento, periodo che corrisponde al “secolo d’oro” di Palmanova. Un momento di grande vitalità e cambiamento che portò la Fortezza dall’essere una “città caserma” a diventare centro di scambi e punto di riferimento per le realtà agricole e produttive circostanti. La mostra presenta opere di botteghe e laboratori molto noti, icone provenienti dalle regioni del Volga, di Kargopol e del bacino del fiume Kama. Sono inoltre esposte raffigurazioni mariane, un ciclo cristologico e raffigurazioni di santi monaci russi. Spiega Antonio Zanardi Landi, Presidente della Fondazione Aquileia: «Le opere esposte evidenziano un fatto nuovissimo nell’arte dei pittori di icone russe: un genere artistico apparentemente immutabile, che da quasi mille anni riproduceva soggetti e stilemi invariati, si inseriscono per la prima volta elementi e spirito provenienti da lontano. Il vento del Barocco italiano ed europeo era giunto fin nelle città e nei remoti villaggi russi dove lavoravano e pregavano gli “scrittori” di icone (questa l’espressione con cui la cultura russa definisce gli artisti iconografi). Un Barocco un po’ “diluito” dal lungo viaggio, ma ben riconoscibile e godibile, come d’altra parte i segni lasciati dal Seicento sull’austera struttura e sull’architettura militare palmarina. E questa apertura nei confronti di tendenze artistiche nuove sembra aver determinato una modificazione genetica nell’arte dello “scrittore” di icone che da allora sembra voler seguire e talvolta anticipare i tempi. Ne sono testimonianza due opere che chiudono la mostra: un’opera di Vladimir Tatlin “Composizione con superfici trasparenti”(1916), mai esposta finora, oltre a una scultura contemporanea in ferro ed acciaio “Madre di Dio Grande Panagia“ di Dmitrij Gutov (2012)”». Vademecum “L’Icona Russa e la Nuova Arte”Dal 19 dicembre 2017 al 4 febbraio 2017Orario: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18Chiuso il 25 dicembre 2017 e il 1 gennaio 2018.Ingresso gratuito ...

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